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IL DIARIO DI ANNE FRANK

"È un gran miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze perché esse sembrano assurde e inattuabili. Le conservo ancora, nonostante tutto, perché continuo a credere nell'intima bontà dell'uomo"
Il Diario di Anna Frank è il racconto della vita di una ragazza ebrea di Amsterdam, costretta nel 1942 ad entrare in clandestinità insieme alla famiglia per sfuggire alle persecuzioni e ai campi di sterminio nazisti. Nel diario da lei tenuto, Anna racconta la vita e le vicende di tutti i giorni, scrivendo le proprie impressioni sulle persone che vivono con lei.
Nell'agosto del 1944 i clandestini vennero scoperti e arrestati; furono condotti al campo di concentramento di Westerbork (lo stesso in cui era stata deportata Helga Deen, giovane studentessa autrice del diario Kamp Vught, poi uccisa nel 1943 assieme alla famiglia nel campo di sterminio di Sobibór); di qui le loro strade si divisero, ma ad eccezione del padre di Anna tutti quanti morirono all'interno dei campi di sterminio nazisti. Anna morirà di tifo a Bergen-Belsen, campo di concentramento situato in Germania, nel marzo del 1945, insieme alla sorella Margot, dopo essere prima stata deportata nel settembre 1944 ad Auschwitz.
Alcuni amici di famiglia che avevano aiutato i clandestini riuscirono a salvare gli appunti scritti da Anna all'interno dell'alloggio segreto, consegnandoli poi al padre, che ne curò la pubblicazione avvenuta ad Amsterdam nel 1947, col titolo originale "Het Achterhuis" (il retrocasa). Dopo una accoglienza iniziale fredda, a mano a mano che il pubblico veniva a conoscenza dei fatti della Shoah, il libro ebbe svariate traduzioni e pubblicazioni (ad oggi è pubblicato in più di quaranta paesi) e rappresenta un'importante testimonianza delle violenze subite dagli ebrei durante l'occupazione del nazismo.
Trama
Anna Frank nasce nel 1929 a Francoforte in Germania; all'età di quattro anni, però, si trasferisce insieme alla sua famiglia ad Amsterdam, in Olanda, per sfuggire alla persecuzioni ebraiche.
Il primo episodio raccontato è il suo nono compleanno, giorno in cui riceve la penna stilografica che scriverà sulle lunghe pagine del diario. È un regalo della nonna, rimasta a Francoforte dopo il loro trasferimento, ma che non si dimentica mai della sua nipotina. Anna quel giorno è ammalata e triste perché non può festeggiare il compleanno con i suoi amici e vorrebbe uscire all'aria aperta, ma non sa che solo pochi anni dopo sarà costretta a rimanere chiusa in un magazzino.
Nel 1940 anche l'Olanda viene invasa e due anni dopo la famiglia Frank è costretta a trasferirsi nuovamente, pochi giorni dopo il tredicesimo compleanno di Anna. In questa giornata riceve in dono il diario che le farà da conforto negli anni successivi. Inizia così a scrivere il suo diario due giorni dopo il suo compleanno. La famiglia Frank giorno dopo giorno prepara un retro magazzino per nascondersi e sfuggire alla Gestapo, che passa di casa in casa a cercare ebrei da arrestare e portare nei campi di concentramento. Il trasferimento è previsto per il 16 luglio, ma dieci giorni prima arriva una lettera di richiamo a Margot (la sorella più grande di tre anni) per partire, decidono così di anticipare la partenza per il nascondiglio ed entrano nell'Alloggio Segreto il 6 luglio 1942.
Con loro portano libri, quaderni e il minimo indispensabile per non passare troppo inosservati. Ci viene raccontato il punto di vista di Anna che può definirsi quasi buffo: racconta, infatti, che indossa più paia di calze, più magliette e addirittura più cappotti. È così che inizia la sua vita nell'Alloggio Segreto. Nei giorni successivi un'altra famiglia va a vivere con loro: i signori Van Peels e il figlio Peter, chiamati da Anna i signori Van Daan. Ultimo arrivato è, invece, il signor Dussel. Con lui Anna dividerà la stanza anche se molto del suo tempo lo passa in soffitta, la camera di Peter Van Peels. Fra i due, infatti, dopo un primo tempo di indifferenza, nasce una forte amicizia che giorno dopo giorno si trasforma in amore. Peter ha l'età di Margot, ma con lei non riesce ad avere lo stesso rapporto che ha con Anna e d'altronde lei stessa impiega abbastanza tempo per legare con la sorella, con la quale ha continue discussioni. Anna, infatti, si sente trascurata dalla madre per colpa di Margot, essendo la figlia maggiore. Solo suo padre le sta vicino, prima della partenza e anche nell'Alloggio Segreto. Qui, però, la situazione è complicata e anche il suo adorato Pim (come lei lo chiama) diventa indifferente e Anna trova in Peter quella comprensione di cui ha bisogno. Alcuni amici fidati li aiutano portando loro i viveri, ma un fornitore li scopre e denuncia, così gli otto inquilini vengono arrestati e portati nei campi di concentramento. Anna e sua sorella moriranno di tifo pochi mesi prima della liberazione del campo.

IL BAMBINO CON IL PIGIAMA A RIGHE
Il bambino con il pigiama a righe è un romanzo del 2006 dello scrittore irlandese John Boyne, che è stato tradotto in 32 paesi.
La serena infanzia di Bruno s’infrange con il trasferimento del padre per motivi di lavoro. Insieme a tutta la famiglia lascia l’amata casa berlinese per recarsi in un luogo, che ha un nome troppo difficile per pronunciarlo correttamente. Si ritrova solo nella propria stanza e l’unica evasione sta nell’osservare dalla finestra una strana fattoria. Non sa spiegarsi perchè tutti quei contadini siano tremendamente magri e tristi, perchè indossino un pigiama per lavorare. La curiosità e il desiderio d’avventura lo spingono a varcare la porta proibita e correre alla scoperta del mondo circostante. Dall’altra parte del filo spinato incontra un altro se stesso, è un bambino della sua stessa altezza, stessa età, stesso giorno di nascita e, ancora non sa, dal suo stesso destino. La loro amicizia si trasformerà in un gioco pericoloso, complice un pigiama a righe...

Il finale giunge inaspettato lasciando dentro un gran silenzio. La quarta di copertina del libro non dà accenni della trama, proprio per poter lasciar parlare i fatti, narrati così come si svolgono. Per questo alla fine ci si ritrova con un’angoscia non annunciata e non prevista. Quando l’animo ricomincia a far rumore producendo dei pensieri ci si accorge di provare la stessa pena per l’aguzzino e per il perseguitato poichè ambedue vittime di un ingranaggio distorto, dove la ragione umana perde ogni significato annebbiandosi d’insane ideologie.

Il piccolo Bruno non appare nè come un martire nè come un eroe, solo un bambino, che sembrava nato dalla parte del più forte, invece tutti i bambini solo uguali nella loro innocenza e spesso in pericolo proprio per i raggiri degli adulti. Pagine di storia vera, meravigliosamente ricomposte come una fiaba da narrare alle generazioni più giovani, per regalare loro la coscienza degli errori passati in modo che sappiano schivare quelli futuri.

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